Per ridurre i rifiuti di plastica molte strutture hanno ridotto notevolmente l’utilizzo di oggetti di plastica monouso
Anche il mondo della ricettività si mostra sensibile al tema dell’enorme quantità di rifiuti in plastica che invade i mari del pianeta.
Di fronte a un problema di tale portata, Federalberghi ha siglato, con Wwf Italia e la Fondazione Recchi, un protocollo d’intesa volto a promuovere l’eliminazione della plastica monouso e di quella non necessaria.
Nell’ottica di incoraggiare comportamenti virtuosi nel rispetto e nella tutela dell’ambiente, molti alberghi hanno già cominciato a ridurre progressivamente l’utilizzo degli oggetti di plastica monouso. Questo anche prima dell’entrata in vigore della nuova norma europea che prevede, dal 2021, il divieto di prodotti di plastica monouso per i quali peraltro esistono già alternative, quali posate, piatti, bastoncini cotonati, cannucce e mescolatori di bevande.
A questo proposito vale la pena ricordare che ogni anno negli oceani finiscono tra i 10 e i 20 milioni di tonnellate di plastica, provocando tra le 150 e le 500mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e le 130mila tonnellate di microplastiche. Va da sé che ciò rappresenta una grave minaccia per le specie marina e gli ecosistemi, ma mette a rischio anche la salute umana, con implicazioni significative su settori economici strategici come il turismo, la pesca e l’acquacoltura.
Oltre all’accordo con Wwf Italia e la Fondazione Recchi, la Federazione degli albergatori, in collaborazione con MareVivo, prospetta la possibilità di segnalare le realtà che hanno intrapreso la strada del cambiamento, affinché possano essere proposte come esempio a chi ancora non sia riuscito a mettere in atto pratiche innovative.
Così, l’Italia del turismo e della ricettività si compatta per lanciare il suo messaggio: gli alberghi del Belpaese dicono “no” alla plastica monouso e a quella non necessaria, adottando politiche di gestione della plastica più idonee alla tutela ed alla salute del Pianeta.
Il problema della plastica non riguarda il materiale in sé ma gli effetti della sua inadeguata gestione nel fine vita che causa l’assenza di un’economia circolare. Ancora più rilevante nei suoi dannosi effetti è l’usa e getta, di cui i turisti ad oggi sono grandi utilizzatori.
Per affrontare una sfida di tale complessità era necessario affidarsi a un partner solido, internazionale, scientificamente affidabile e credibile come il Wwf, che da anni è testimone di una campagna internazionale contro l’inquinamento da plastica in natura.
Fonte: Turimo d’Italia