La meeting industry è pronta a ripartire. Dopo il lungo stop forzato dovuto alla pandemia il settore del turismo congressuale vuole recuperare rapidamente il terreno perduto, anche se i dati del 2021 hanno già riportato fiducia. Lo testimoniano le cifre e percentuali dell’Oice-Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi, promosso da Federcongressi&eventi e realizzato dall’Alta scuola di economia e relazioni internazionali dell’Università Cattolica, anche alla luce del fatto che, lo scorso anno, le normative hanno reso possibile la realizzazione dei meeting in presenza soltanto dal primo luglio e con capienza ridotta sino al 2 dicembre.
Lo studio indica che, in Italia, nel 2021 sono stati complessivamente realizzati 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido, registrando un aumento del 23,7% rispetto al 2020; i partecipanti
in presenza sono stati circa 4,5 milioni, pari al +14,7%, e le presenze 6,7 milioni, vale a dire il 16,3% in più rispetto all’anno precedente. E ora il trend è orientato all’incremento.
Stando ai risultati dell’Oice, nel 2021 il 65,2% dei congressi e degli eventi si è svolto al Nord, il 21,8% al Centro, il 9,4% al Sud e il 3,6% nelle Isole.
Per quanto riguarda, invece, le sedi, gli alberghi congressuali sono stati la tipologia più utilizzata, concentrando il 72,8% degli eventi totali. I centri congressi e le sedi fieristico congressuali
hanno ospitato il 4,4% degli eventi, mentre le dimore storiche non alberghiere il 3,6%. Inoltre, il 67% delle sedi ha ripreso l’attività registrando un aumento del fatturato rispetto al 2020, e, per il 48,9% di queste, l’aumento è stato pari al 50% circa.
Le normative in essere nel 2021, con particolare riferimento al distanziamento, hanno delineato una differente modalità di utilizzo delle sedi a favore di quelle di grandi dimensioni.
Le sedi con una capacità complessiva di oltre 2.500 posti hanno infatti aumentato del 73,2% gli eventi ospitati. Le regole sugli spostamenti tra stati e regioni hanno poi fatto sì che la
maggior parte degli eventi abbia avuto una dimensione locale, cioè con partecipanti provenienti prevalentemente della stessa regione della sede ospitante. Infatti, nel 2021 per il 71,8% delle
sedi almeno la metà degli eventi ospitati ha avuto un ambito di riferimento locale. Gli eventi nazionali hanno coinvolto il 42,4% delle sedi, mentregli internazionali sono stati ospitati
dal 38,3% delle sedi. Inoltre, per affrontare le restrizioni dovute alla pandemia la maggioranza delle strutture che hanno ospitato almeno un evento è stata sede di eventi ibridi, che sono stati circa 17.900.
La fase di ripresa in atto è confermata dal sentiment espresso dalle sedi al momento della rilevazione dei dati per l’Oice: infatti, quasi il 40% stimava di ritornare ai livelli pre-Covid di eventi ospitati in presenza già nel 2022 e il 37,2% nel 2023.